Una delle skill più importanti che un giovane studente deve sviluppare sin da piccolo in funzione del proprio futuro lavorativo è il pensiero critico, tanto che nel 2020 il World Economic Forum ha messo questa competenza al secondo posto delle abilità che i recruiter cercheranno con più frequenza nei colloqui di inserimento.
C’è più di un motivo per cui il pensiero critico riveste questa importanza:
- Perché sviluppa la capacità di creare giudizi ben strutturati, grazie a un’analisi oggettiva delle informazioni e all’eliminazione del pregiudizio;
- Perché il pensiero critico ha una stretta correlazione con il problem solving, altra soft skill fondamentale perché consente di arrivare a prendere decisioni, anche di fronte a ostacoli o a imprevisti;
- Perché il lavoro che si deve fare per aumentare la capacità di pensiero critico consente di sviluppare anche altre skill: nel cercare tutte le informazioni utili aumenta la capacità di valorizzare le opinioni degli altri; nel combattere i propri bias cognitivi si abbattono i pregiudizi e le tendenze egocentriche a favore della capacità di lavorare in team.
Quando il pensiero critico, o pensiero convergente, si esercita nel produrre una risposta unica a cui vengono ricondotte varie problematiche, si struttura un’adeguata competenza e padronanza in quel determinato ambito.
Una volta che questa padronanza si è ben consolidata, però, secondo Umberto Galimberti si deve lasciare spazio a un’altra dimensione del pensiero, ossia il pensiero creativo, quello divergente, che consente risposte multiple, riorganizzazione di elementi, originalità di idee.
Il ruolo dell’insegnante in questo contesto sta nello strutturare la dimensione convergente con attività che sollecitano la capacità di una visione oggettiva, senza però dimenticare di consentire agli studenti di esprimere la dimensione soggettiva, attraverso attività che esprimono il loro modo di creare la realtà, non solo di saperla decodificare.
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UMBERTO GALIMBERTI
Filosofo e psicoanalista, è tra i più rilevanti accademici del panorama italiano. È professore emerito di Psicologia Dinamica e Filosofia della Storia all’Università Ca’ Foscari.
