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10 azioni utili per affrontare il bullismo

Decalogo contro bullismo

Quando osserviamo adulti realizzati, felici, con un bel lavoro e visibilità, non siamo portati a pensare che durante la loro adolescenza possano essere stati bullizzati. Questo perché associamo a quel successo l’idea di un’infanzia solida, serena, spensierata.

Ma, il più delle volte, non è la verità.

Esattamente come è successo a Paolo ed Elisa, non proprio due semplici sconosciuti. Lei è la top model Elisa Sednaoui, “colpevole” a 14 anni di avere genitori separati e un cognome egiziano. Lui è Paolo Borzacchiello, oggi esperto di intelligenza linguistica che da piccolo era balbuziente e in sovrappeso. Nazionalità diversa, peso, problemi familiari, insomma ci sono tutti gli ingredienti per immaginare un’adolescenza davvero difficile, in balia dei bulli che trovano terreno fertile per affondare le loro stesse fragilità.

Per questo, hanno scritto il libro Nessuno può farti star male senza il tuo permesso, in cui hanno messo insieme le loro esperienze, quelle da vittime e quelle di chi ce l’ha fatta, per supportare non soltanto i giovani nella gestione di questa delicata fase della vita, ma anche genitori e docenti.

Infatti, quando si diventa consapevoli che il fenomeno tocca i propri ragazzi, si attiva tutta una serie di azioni di monitoraggio dei carnefici e di sostegno alle vittime. Eppure, non sempre le soluzioni adottate sono le migliori per assistere i più piccoli. Ad esempio, consigliare di non dar peso alle angherie subite non li aiuta ad affrontare il problema.

Secondo Paolo Borzacchiello, i professori hanno la possibilità di offrire agli studenti i giusti strumenti per tentare di neutralizzare quella forza vigliacca che schiaccia la loro autostima e il loro benessere mentale e fisico.

Così, insieme a Sednaoui, l’esperto di intelligenza linguistica ha realizzato una sorta di decalogo che ha aiutato entrambi a superare le vessazioni e che è possibile condividere in aula per fornire agli studenti una guida nel buio del bullismo.

  1. Tieni un diario: a cosa serve? A rielaborare il modo in cui descriviamo la realtà. Perché? Perché se cambi il modo di descriverla, cambi anche l’effetto che essa produce su di te.
  2. Respira: quando arriva quel momento difficile, chiudi gli occhi, respira a fondo, poi riconcentrati su ciò che stai facendo.
  3. Non crederci: lasciar scivolare il commento su qualcosa dipende molto da quanto tu, per primo, credi in quel commento. Se non ci credi, scatta quell’indifferenza che per prima disarma il bullo.
  4. Segna i momenti belli: ci sono piccoli momenti, durante il giorno, che regalano emozioni positive. Sono quelle emozioni che ci corrono in aiuto quando vediamo tutto in maniera negativa e per le quali dobbiamo essere grati. Spostando l’attenzione sulla somma di tutte le piccole gioie quotidiane, la giornata acquisisce un sapore diverso.
  5. Preparati: scrivi tutte le cose brutte che ti accadono e che potrebbero capitare di nuovo. Per ognuna prepara anche la risposta (“E allora?”, “Sì, e quindi?”) in modo che, se accadrà ancora, sarai pronto e ne uscirai sempre prima e meglio.
  6. Distrai la mente: scrivi 7 cose che ti piacciono e che ti fanno star bene, così tutte le volte che hai pensieri negativi, distrai la mente portandola su ciò che rende felice.
  7. Cambia le parole: se invece di “problema” parliamo di “sfida” e al posto di “difficile” usiamo il termine “interessante”, allora cambia la percezione della situazione. Non si tratta più di una preoccupazione, ma di vincere una sfida o di risolvere una questione.
  8. Concentrati su cosa ti piace di te, su quelle caratteristiche che ti fanno sentire unico. Impara ad amarle e a pensare ad esse più di quelle che non ti piacciono, scoprirai quanto sei speciale.
  9. Riscrivi i ricordi: ridefinisci l’evento con altre parole, non usare sempre le stesse. Scoprirai che, così facendo, proverai emozioni diverse, magari attenuate: quando ridefinisci le cose, il cervello le trasforma.
  10. Prenditi in giro: perché? Perché se diventi il più bravo a farlo, togli agli altri il potere di farlo.

Ogni ragazzo ha una luce in sé da proteggere, soprattutto quando qualcuno ha intenzione di spegnerla.

A EducAbility, approfondiremo insieme a Paolo Borzacchiello gli strumenti linguistici per creare empatia e coinvolgimento in aula.

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