In una società sempre più competitiva, il concetto di merito a scuola gioca un ruolo fondamentale. Saper riconoscere gli sforzi degli studenti, premiandone anche i risultati, permette di stimolare la loro crescita personale e di istruzione. Spesso, però, si confonde il merito con la meritocrazia. Quest’ultima può trasformare la scuola in un luogo stressante, sfavorevole all’apprendimento e alla salute – mentale e fisica – degli alunni poiché promuove una competizione eccessiva e che non garantisce l’uguaglianza delle opportunità. Secondo Paolo Crepet, esperto di educazione e istruzione grazie alla sua vasta esperienza nel campo della psicologia e della psicoterapia, basare la valutazione soltanto sulle capacità accademiche rischia di non valorizzare altri aspetti importanti degli alunni, come l’emotività e i talenti. Partendo da questo presupposto, Crepet sostiene un nuovo metodo educativo che mira a premiare il merito, un approccio che motiva lo studente a dare il massimo e a perseguire il miglioramento personale.
La diversità come sviluppo culturale e intellettuale
Ogni studente è un universo di talenti che va ben oltre le tradizionali materie accademiche. Individuare ed esaltare queste potenzialità è il punto principale su cui si basa il metodo ideato dallo psicologo. Un sistema di valutazione capace di incoraggiare le varie intelligenze è un sistema di valutazione equo, stimolante, che aiuta l’alunno a crescere e a sviluppare la sua unicità. Eppure, sottolinea Crepet, sembra che oggi la diversità venga colpevolizzata e punita. “Tutti uguali è un problema serio, questo ha portato ad un appiattimento culturale e intellettuale”, così l’esperto si scaglia contro l’omologazione la quale riduce le possibilità ai ragazzi di esprimere le loro capacità. Al contrario, nella visione in cui è il merito ad essere considerato, lo studente è incoraggiato a maturare le sue abilità in un ambiente educativo che rispetta e valorizza la diversità. Ciò implica programmi di insegnamento differenziati e personalizzati cosicché ciascun alunno possa apprendere a un ritmo adeguato alle sue esigenze e, al contempo, che lo faccia sentire apprezzato per la persona che è.
Autostima e feedback costruttivi
Autostima e fiducia in se stessi sono i cardini base per il benessere degli studenti e il loro successo scolastico. Non sono obiettivi semplici, tantomeno lo è il percorso per giungervi, in particolar modo se i giovani percepiscono di essere visti come un semplice numero. Il ruolo giocato dall’insegnante, quindi, è essenziale oltre che estremamente delicato. L’autostima autentica è un sentimento di sincero apprezzamento interiore che può nascere soltanto in chi ha percorso un cammino frastagliato dove i propri limiti sono stati superati e le difficoltà tramutate in opportunità. Si tratta di una strada impervia – spesso intrapresa tra le mura scolastiche nelle quali nascono le prime interazioni sociali – in cui i ragazzi rischiano di perdersi. I docenti possono aiutare gli alunni a costruire una fiducia resiliente capace di aiutarli nelle sfide future. Per Crepet a essere utili nella crescita degli studenti non sono soltanto i voti, bensì sono i feedback personalizzati e costruttivi a sostenere i giovani nella ricerca delle loro capacità. Questa tipologia di approccio cambia la prospettiva sugli errori: da giudizi negativi diventano possibilità di sviluppo. Inoltre, un feedback mirato al miglioramento può incoraggiare una mentalità di crescita negli studenti, una mentalità che li aiuta a comprendere che le abilità possono essere sviluppate attraverso l’impegno e dedizione. Grazie a questo nuova forma mentis, i ragazzi sono spronati a perseverare e a superare le sfide che incontreranno lungo il percorso didattico.
Meno competizione, più autovalutazione
“La competizione non è per tutti e soprattutto non seleziona i migliori, solo i meno sensibili”, così Crepet sottolinea come sia importante evitare una competizione dannosa tra gli studenti. Molte problematiche adolescenziali trovano origine proprio in una ricerca forzata della perfezione, un obiettivo utopico che può incidere negativamente nella sfera umana e relazionale dei più giovani. I docenti, preziosi alleati nel percorso di crescita degli alunni, hanno l’arduo compito di insegnare loro che la perfezione non esiste e che il risultato finale di una gara non definisce la persona nella sua totalità. È anche grazie a un’autovalutazione del proprio apprendimento che i giovani, secondo lo psicologo, riescono a individuare le aree in cui possono migliorare e riflettere, al contempo, sui loro progressi. In tal modo i ragazzi si percepiscono come i veri protagonisti del percorso educativo, una nuova responsabilità che li motiva nell’apprendimento e stimola una maggiore consapevolezza di se stessi.
Un nuovo metodo di valutazione che pone l’accento sulla crescita e sull’autostima dello studente, un approccio inclusivo dove il talento di ogni alunno viene valorizzato.
Approfondiremo questa nuova visione insieme a Paolo Crepet a EducAbility.
Qui il programma completo.