Insegnare è un lavoro di scoperta

Insegnare è un lavoro di scoperta

Entrare in contatto coi propri studenti è un compito difficile dato che ogniragazzo ha una propria storia ed individualità, ma che spesso tiene nascosta per paura di non essere compreso o, persino, di essere giudicato. Gli insegnanti possono essere un faro di luce nel buio dell’incertezza nel quale i giovani continuano a vagare e ciò richiede delle life skills che a volte si ritiene di aver già maturato, ma che in realtà continuano a essere acerbe.

Secondo lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e già consulente associato del “Centre for Mental Health Services Development” del King’s College all’Università Londra, bambini e ragazzi esprimono le emozioni in modo diverso, eppure agli insegnati è affidato l’arduo compito di identificare e valutare queste emozioni. È una grande responsabilità a cui viene aggiunta quella di aiutare i più piccoli a maturare i propri talenti e costruire, così, una fiducia resiliente capace di sostenerli nelle sfide future. Per talenti, però, non si intendono soltanto doti accademiche, bensì anche attitudini creative e pratiche.

Il processo di formazione, quindi, è un processo che coinvolge la sfera umana, personale e interiore degli studenti. Può sembrare un lavoro da psicologici o da genitori, ma ai professori non viene chiesto di ricoprire nessuno dei due ruoli poiché la loro funzione è ancor più delicata: trarre energie positive, passioni e abilità dai propri alunni.

Un approccio innovativo, che stimola il pensiero divergente, è il modo migliore per far sì che nei ragazzi si sviluppino autostima, creatività e autonomia, pilastri essenziali per una crescita equilibrata. È un approccio che dà modo all’allievo di esprimersi a scuola, di essere se stesso, affinché “il giovane possa trovarvi un supporto emotivo dinamico” aggiunge lo psichiatra. Andare oltre l’insegnamento, al di là delle votazioni scolastiche: esse, infatti, non sempre rappresentano l’effettivo benessere dello studente poiché anche chi ha un’ottima valutazione potrebbe vivere dei disagi che non si riflettono sull’andamento scolastico.

Essere docenti è un incarico complesso dove la formazione si amalgama con la capacità di scovare talenti in tutti gli studenti considerando che ogni essere umano ha in sé un grande potenziale, il quale non deve restare nascosto solo perché nessuno è stato abbastanza interessato a scoprirlo.

Come dicevamo sopra, spesso i primi a non credere in se stessi sono proprio i ragazzi che, afflitti dalla paura di essere incompresi e criticati, fanno fatica ad esternare le qualità che li caratterizzano. Sottovalutare l’emotività dello studente, dunque, potrebbe essere svantaggioso non solo per lui, ma anche per il professore poiché le emozioni hanno un forte impatto sulla parte cognitiva. Una relazione basata sull’empatia, sul confronto e ascolto reciproco è ciò che serve affinché i ragazzi siano preparati ad affrontare l’età adulta e la vita lavorativa.

Coglierne le abilità nascoste, inoltre, vuol dire vedere l’eccellenza in ciascun studente e mettergli a disposizione una chance di esprimersi e, di conseguenza, aver successo.

Paolo Crepet approfondirà gli strumenti e le modalità pratiche per dare agli studenti queste opportunità in occasione della seconda edizione di EducAbility.

Qui il programma completo.